sabato 25 ottobre 2014

E perché non raccontare anche che pianteranno margherite su tutti i balconi?

Tempa rossa, le compagnie petrolifere: «Tagli delle emissioni anche a Taranto»

Le compagnie petrolifere interessate a Tempa Rossa rivisitano il progetto relativo a Taranto e sottolineano: nessun inquinanamento in più. Saranno infatti abbattute sia le emissioni (36 tonnellate l’anno di composti volatili) del nuovo impianto, che una parte di quelle provenienti dalla raffineria Eni di Taranto (28 tonnellate annue). In definitiva, dicono le compagnie, 64 tonnellate di emissioni complessive in meno su base annua.

Il giacimento di Tempa Rossa è in Basilicata e fa capo alle compagnie Total, Shell e Mitsui, le quali hanno individuato Taranto, con la raffineria Eni, come base logistica. Nel senso che il petrolio estratto in Lucania verrà instradato verso Taranto, utilizzando anche la condotta già esistente per il trasporto del greggio della Val d’Agri. Una volta arrivato alla raffineria dell’Eni - che nell’operazione è partner logistico - verrà stoccato in due grandi serbatoi, da costruirsi, e poi caricato sulle navi che atttaccheranno al pontile petroli, già esistente ma da allungare di 350 metri. Quest’impianto presuppone un investimento di 300 milioni, 50 imprese coinvolte e una ricaduta di cantiere di 300 addetti. Contro quest’impianto, però, lunedì prossimo il Consiglio comunale di Taranto discuterà, e probabilmente approverà, una delibera che deriva da un atto di indirizzo della giunta e vieta le opere. Si tratta di una variante urbanistica nell’area del porto. Il Comune è schierato per il no a Tempa Rossa perchè teme un aumento dell’inquinamento. Posizione condivisa anche dalla Regione Puglia, la cui giunta ha chiesto al ministero dell’Ambiente di riesaminare l’autorizzazione (Aia) concessa al progetto di Taranto. Ma per le compagnie non ci sarà nessun inquinamento in più.
Richiamando le prescrizioni dell’Aia-Via di ottobre 2011, Total, Shell e Mitsui dicono che si andrà oltre all’impatto zero chiesto per Tempa Rossa a Taranto. Saranno infatti 64 le tonnellate di Voc - sigla di Volatile organic compounds - “catturate” con le nuove tecnologie per il recupero di vapori di idrocarburi applicate alla caricazione delle petroliere. Spiegano così i tecnici: i vapori presenti nell’aria esistente nei serbatoi vuoti delle navi all’arrivo nel porto, vengono espulsi insieme all’aria che li comprende quando viene immesso il greggio liquido. Con un sistema ermetico a ciclo chiuso, l’aria con i vapori viene captata e convogliata ad un impianto di recupero. Che a Taranto, per Tempa Rossa, sarà a doppio stadio.
In pratica, dicono i tecnici, oltre ad un primo stadio “tradizionale” che funziona sulla base dell'assorbimento selettivo su carboni attivi della frazione di vapori presente nell’aria, c'è un secondo stadio che permette di eliminare, mediante combustione controllata a fiamma circoscritta, la parte più leggera e quantitativamente piccola dei vapori non assorbita dai carboni attivi. Si tratta di una parte costituita da idrocarburi leggeri che stanno nella fascia compresa tra il metano ed il Gpl e che viene tutta trasformata in anidride carbonica ed acqua.
Le compagnie petrolifere hanno dunque esplicitato meglio il loro progetto. Se cambierà verso ad una discussione in Consiglio comunale che sembra orientata tutta per l’alt all’impianto, è però un grosso punto interrogativo considerato anche il momento che vive Taranto con la vicenda Ilva. (Sole24h)

Nessun commento: