domenica 16 giugno 2013

Subcommissario o subcomandante?

La rivoluzione comincia dal sub?
Hasta Edo "Marcos" Ronchi! 



Ilva, Ronchi subcommissario. Ambientalista, è stato ministro

Edo Ronchi è il nuovo subcommissario 'ambientalè per l’Ilva. Lo ha nominato con un decreto il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, per affiancare, spiegano al Ministero dell’Ambiente, il commissario Enrico Bondi in un ruolo di tutela ambientale, e seguire in particolare i lavori della commissione di esperti che verrà nominata prossimamente, incaricata di contribuire a formulare il piano ambientale per l'Ilva. «E' sicuramente una bella sfida», ha commentato Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente e attuale presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. «Non voglio rilasciare dichiarazioni, sono solo chiacchere fino a che non avrò preso oggetto della situazione e avrò messo a punto un Piano operativo di lavoro», ha precisato però Ronchi, che oggi ha sentito il ministro.
Secondo Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, «la nomina di una persona dalle qualità ed esperienza di Edo Ronchi subcommissario per l’Ilva rende più credibile l’impianto del decreto Ilva bis e lo sforzo in atto per mantenere la produzione di acciaio a Taranto salvaguardando la salute dei cittadini e l’ambiente».
Positive le reazioni degli ambientalisti. «La nomina di Edo Ronchi a subcommissario per l’Ilva di Taranto è un’ottima scelta e rappresenta una grande sfida per tutto l’ambientalismo scientifico», ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Un scelta definita «giusta» anche dal responsabile Ambiente del Pd, Simone Valiante, secondo cui «quello dell’Ilva è uno degli esperimenti più importanti di riconversione industriale sul modello della sostenibilità ambientale».
Che il subcommissario per l’Ilva fosse «espressione del mondo ambientalista», il ministro Orlando lo aveva detto nei giorni scorsi in una intervista, preannunciando anche la nomina della commissione di esperti che contribuirà ad elaborare il piano ambientale. «La nostra azione – aveva spiega il ministro Orlando – parte dal ragionamento su chi deve guidare l’azienda: siamo convinti che, accanto all’attenzione per l’aspetto produttivo e finanziario, debba esserci contestualmente quella per il risanamento ambientale dell’acciaieria. È una scelta necessaria per evitare anche che il contributo degli esperti sia derubricato ad intervento esterno. Invece vogliamo che accompagnino i processi su tutti i fronti e quindi nel gruppo deve esserci una figura in grado di contemperare anche le implicazioni industriali degli interventi di ambientalizzazione». (GdM)

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