martedì 7 ottobre 2014

Panta rei. Necessariamente!


Questi uomini lavoravano per l’eternità; tutto essi hanno preveduto tranne la demenza dei devastatori, cui tutto ha dovuto cedere.” (Goethe, 11 novembre 1786)

E se si trattasse di comprendere i "devastatori",  anziché prevederne la presunta "demenza"?

Ripensiamo al post precedente, nato dalla ferita provocata dall'ennesima violazione di aree culturali per banali furti. Uno sfogo ironico, forse inutile e incomprensibile. 
Non è un attacco a qualcuno in particolare.
La triste coincidenza è il pretesto per una disperata richiesta di un cambiamento di strategia in favore di una visione sinergica che coinvolga i cittadini (in misura coerente con la loro preparazione) come parte attiva e responsabile della difesa (e del recupero) del proprio patrimonio di civiltà.

"La  salvaguardia è parte però di un progetto più complessivo di attenzione alla qualità del vivere, rispetto alla quale l’archeologia può dimostrare di essere ormai in grado di conciliare questa salvaguardia con gli interessi più generali della collettività."

Come per il rispetto dell'ambiente, pensiamo che anche la cultura debba uscire dai luoghi reclusi e invadere le strade per costruire le basi della vita urbana. 

Allora una proposta: e se lanciassimo una colletta pubblica per pagare i danni all'Ipogeo Delli Ponti?
 
Quello che si fa insieme, dura di più!

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