lunedì 8 settembre 2014

Tanto rumore per nulla? O per tenere alto il panico disoccupazione?

Due giorni di panico dopo gli annunci della dismissione dei terminal. Tanto per tenere stretta la morsa del ricatto occupazionale e dell'industria pesante come unica sola economia locale Ah, gli amici media, nel momento del bisogno!

Porto Taranto, Tct ed Evergreen: «Nessun disimpegno, stop solo per lavori ma ora accelerare il passo»

La compagnia Evergreen e Taranto container terminal (Tct) non abbandonano il porto di Taranto. Lo stop all'operatività del terminal tra 40 giorni comunicato da Tct è dovuto solo all'ammodernamento delle gru esistenti e all'installazione delle nuove. Evergreen, invece, toglie Taranto dall'approdo delle navi oceaniche a partire dal 21 settembre perchè ad ottobre la compagnia avrà nuove portacontainer che necessitano di fondali più profondi per attraccare e Taranto, per ora, non ne dispone. Il dragaggio dei fondali è sì previsto per arrivare ad una profondità di 16,50 metri, ma l'appalto non è stato ancora assegnato. Nessun disimpegno, quindi, semmai si metta a frutto questo periodo accelerando tutti i lavori.
E' la stessa Taranto container terminal - società partecipata da Evergreen ed Hutchinson - ad intervenire dopo che nello scorso fine settimana si è aperto un caso sul porto a seguito delle comunicazioni date da Tct e da Evergreen e rilanciate da Autorità portuale e sindacati dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil. Tant'è che quest'ultimi hanno chiesto all'Authority di convocare il comitato e revocare la concessione a Tct.

«Non c'è nessun definitivo disimpegno da parte nostra - sottolinea il direttore generale di Tct, Francesco Velluto -. Il punto è che, al pari del raggruppamento di imprese che ha ottenuto dall'Authority l'appalto per l'ammodernamento della banchina del terminal, anche noi dobbiamo investire sulle gru e quindi lo facciamo durante gli altri lavori». Le gru da sottoporre a «revamping» sono dieci e Tct conta di revisionarne almeno due per volta. Poi saranno acquistate le nuove in grado di operare sulle portacontainer di ultima generazione.
Anche Confindustria Taranto prende posizione sull'argomento e sottoline che Tct si muove in «un'ottica non già di chiusura bensì di prospettiva». Tct «ritiene urgente ed improcrastinabile accelerare da parte dell'Authority le opere di infrastrutturazione previste che, in base all'accordo di due anni fa stipulato fra le parti, sarebbero dovute essere già ultimate e consegnate» afferma Confindustria riferendosi appunto all'intesa tra ministeri, Regione Puglia, Tct e Authority su 200 milioni di euro di investimenti, tra pubblico e privato, e il rilancio del traffico container.
«L'accordo - rammenta Velluto - è dell'estate 2012 e prevedeva la conclusione a fine 2014 delle opere del terminal. Le cose, però, sono andate diversamente, i ritardi sono stati molti, l'accordo riaggiornato, e la conclusione dei lavori spostata a fine 2015. Solo oggi il nuovo raggruppamento cui l'Autorità portuale ha riassegnato i lavori della banchina, ha difatto avviato la cantierizzazione. Adesso è interesse di tutti non sprecare altro tempo e accelerare il passo». «Quanto staremo fermi con la movimentazione dei container, dipenderà dal cronoprogramma che le imprese presenteranno a breve all'Autorità portuale - aggiunge il direttore generale di Tct -. Loro devono lavorare su due tratti di banchina da 600 metri ciascuno. Se il primo tratto, e faccio un esempio, riescono a consegnarlo tra alcuni mesi, la ripartenza non avrebbe tempi lunghi. Diciamo che ora dobbiamo soffrire per stare meglio dopo. Perchè con la banchina ammodernata e con un parco gru rimesso a nuovo e potenziato, è evidente che le nostre condizioni competitive saranno diverse da oggi».
Ma per non interrompere completamente l'operatività, chiede Confindustria Taranto, è «importante che si creino le condizioni affinchè prosegua l'attività dei vari vettori per il cosiddetto carico locale e che si giunga alla definizione di una soluzione intermedia fino all'effettivo completamento dei lavori e alla piena ripresa di tutte le attività». Una «soluzione transitoria» è anche quanto auspica il presidente dell'Autorità portuale, Sergio Prete, che intanto ha convocato il comitato per il 15. «Le navi di cui si è ora dotata Evergreen - afferma il direttore generale di Tct - potrebbero attraccare solo alla testata del molo perchè è la parte che affaccia su fondali più profondi. Ma la testata del molo è anche l'area dove cominceranno i lavori. Non escludo una soluzione transitoria, ma tutto dipenderà dal cronoprogramma e quindi dai tempi con cui l'ammodernamento andrà avanti». Resta intanto confermata la scadenza a maggio 2015 della cassa integrazione a rotazione per i 530 addetti di Tct, cassa prorogata nei mesi scorsi.(Sole24h)

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