domenica 28 settembre 2014

Il presidente degli inceneritori e non solo...

 
Grazie ad un plateale inciucio di Michele Pelillo, Michele Mazzarano e Donato Pentassuglia e dei loro compagni di merende PD, il sindaco che più si è distinto nel riempire il suo comune (Massafra) di discariche ed inceneritori, è oggi il nuovo presidente di una delle province più tossiche d'Italia.
Giustamente ci voleva un esperto...
In bocca al lupo e... complimenti per la scelta!

Martino Tamburrano, sindaco berlusconiano del comune di Massafra, è il nuovo presidente della provincia di Taranto. Un’elezione già preannunciata e sostenuta anche da buona parte del Partito Democratico ionico. Non è bastato, quindi, lo “stop” imposto dal segretario regionale Michele Emiliano per bloccare le “larghe intese” tra democratici e forzisti. Nella provincia dell’Ilva, evidentemente, non è stato un deterrente nemmeno il fatto che su Martino Tamburrano penda una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio. E’ stato il sostituto procuratore Remo Epifani, infatti, a chiedere il processo per il primo cittadino di Massafra e altri 28 imputati, tra i quali i dirigenti comunali e imprenditori. L’accusa di aver favorito un’associazione temporanea di imprese alla quale era stata affidata in project financing la realizzazione di un silos parcheggio. Nell’avviso di conclusione delle indagini, il pm Epifani ha specificato che gli amministratori avrebbero intenzionalmente procurato un “ingiusto vantaggio patrimoniale alla società Inedil srl capogruppo mandataria dell’associazione temporanea di imprese” attraverso l’affidamento in concessione ai tre imprenditori della realizzazione di un silos parcheggio con annesso centro commerciale e direzionale.
Non solo. All’immobile, secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe stato “pretestuosamente attribuito il carattere di opera pubblica” e soprattutto del centro direzionale in costruzione sarebbe stato garantito agli imprenditori “anche il diritto di proprietà”. Del resto, a sottoscrivere l’accordo per alcune parti del Partito democratico con il sindaco forzista, sono stati il parlamentare Michele Pelillo, il consigliere regionale Michele Mazzarano e l’assessore regionale Donato Pentassuglia. A eccezione di Pelillo, quindi, i due nomi rimanenti sono noti alle cronache: Mazzarano, infatti, è stato rinviato a giudizio per illecito finanziamento ai partiti e millantato credito; Pentassuglia, invece, è accusato dalla Procura di Taranto – che ne ha chiesto il rinvio a giudizio – di favoreggiamento nei confronti dell’ex dirigente Ilva Girolamo Archinà nell’inchiesta “Ambiente svenduto”
All’esito delle votazioni, Tamburrano è stato eletto con il 63,8% di preferenze contro il 36,2% di Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza e candidato (renziano) dagli esponenti del Pd contro la delibera della direzione provinciale che a maggioranza aveva deciso di “verificare le condizioni per la più ampia convergenza di forze politiche disponibili e per il più qualificato ruolo protagonista del Pd ionico”. Una frase che, nei fatti, prevedeva addirittura la “grande coalizione” con Forza Italia attraverso un listone unico. La polemica dei giorni successivi e l’intervento di Emiliano, però, hanno bloccato l’operazione, ma solo in apparenza. Già, perché nel segreto delle urne i democratici hanno comunque scelto Tamburrano. Il “tradimento” è provato dai numeri: i candidati consiglieri nelle due liste a sostegno di Lopane hanno ottenuto oltre 52mila voti ponderati, mentre quelli dell’unica lista per Tamburrano si sono fermati a quota 43mila. Insomma il candidato democratico Lopane avrebbe potuto vincere, ma evidentemente le “larghe intese” piacciono troppo ai consiglieri comunali di centrosinistra, che hanno optato per il voto disgiunto.
Piacciono talmente tanto da aver dimenticato che nella lista di centrodestra compariva il nome di Cito, figlio dell’eterno rivale Giancarlo – ex sindaco ed ex parlamentare condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa – che pochi mesi fa ha scelto di far confluire la sua “At6 – Lega d’Azione Meridionale” nelle fila berlusconiane. Per Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale dei Verdi e consigliere comunale di Taranto, è “l’inciucio peggiore di quelli che venivano fatti nella Prima Repubblica. Non è solo un voto di larghe intese tra PD-NCD-FI e la lista di Cito, ma di larghi interessi. Che cosa farà – ha chiesto Bonelli – il presidente del Pd pugliese Michele Emiliano? Prenderà provvedimenti contro questo vergognoso inciucio che ha visto i consiglieri comunali del PD votare un esponente di Forza Italia su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio?”. (FQ)

A Taranto il Pd elegge il candidato di Forza Italia. Caos in Puglia in vista delle elezioni regionali

Non solo il clamoroso calo d’affluenza alle primarie in Emilia-Romagna. C’è un altro voto che agita le acque in casa Pd: in Puglia, a Taranto, nel weekend si sceglieva il nuovo presidente della provincia. Ha vinto Martino Tamburrano, candidato di Forza Italia (su cui tra l’altro pende una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio). Ma la notizia è che a rendere possibile l’elezione sono stati anche e soprattutto i voti dei delegati del Partito Democratico. Un ribaltone che si spiega con quanto accaduto nelle scorse settimane: i vertici locali del partito volevano le larghe intese col partito di Berlusconi. E dopo l’intervento del direttivo regionale, che ha imposto la presentazione di Gianfranco Lopano come candidato della coalizione di centrosinistra, tanti hanno indicato come nuovo presidente l’esponente del centrodestra.


Tutto comincia a fine agosto, quando Michele Mazzarano (da poco rinviato a giudizio per finanziamento illecito) e Michele Pelillo (deputato Pd e vicepresidente della commissione Finanze alla Camere), entrambi esponenti di spicco del partito a livello locale, lanciano l’idea di un listone unico Pd-Forza Italia per le provinciali, con Tamburrano (sindaco forzista di Massafra) candidato presidente. La proposta viene anche approvata dalla direzione provinciale, dove però c’è chi storce il naso per l’accordo. E così la questione viene portata sul tavolo della segreteria regionale, alla presenza di Michele Emiliano, segretario del partito. Ai vertici regionali l’idea delle larghe intese proprio non sta bene: in Puglia il Pd è molto legato a Sinistra Ecologia e Libertà del governatore Nichi Vendola, e all’orizzonte ci sono anche le elezioni regionali 2015 (dove tra l’altro Emiliano è in corsa per le primarie). Un’alleanza con Forza Italia sarebbe quantomeno inopportuna, insomma. E così si cambia linea: viene candidato Gianfranco Lopane, sindaco “dem” di Laterza, sostenuto da due liste di centrosinistra. E chi aveva promosso l’accordo col centrodestra fa buon viso a cattiva sorte: “Sono un soldato, obbedisco”, dice Pelillo in assemblea.

Nel segreto dell’urna, però, le cose sono andate diversamente. Si votava col nuovo meccanismo messo a punto dalla riforma Delrio, che ha trasformato la provincia in un ente di secondo livello, con il presidente eletto dagli amministratori locali e non più dai cittadini. E i numeri non mentono: mentre le due liste del centrosinistra hanno raccolto insieme il 54,5% delle preferenze, Lopane si è fermato al 37%. Alcuni delegati, insomma, hanno “tradito”, votando per quello che sarebbe dovuto essere il candidato della lista unica Pd-Fi , e spianando la strada alla vittoria di Tamburrano.
Le conseguenze del voto non hanno tardato a manifestarsi. La vicenda, di per sé di caratura locale, investe le prossime elezioni regionali, cruciali per il centrosinistra. “Emiliano ha la responsabilità politica di quanto accaduto”, afferma Guglielmo Minervini, altro candidato democratico alle primarie. “L’elezione è sfuggita completamente di mano alla segreteria”, gli fa eco Dario Stefàno, delfino di Nichi Vendola, anch’egli in corsa per raccoglierne l’eredità. La risposta di Emiliano non si è fatto attendere: “Mi sono esposto pubblicamente sulla vicenda, c’è una parte del partito che non risponde ai nostri indirizzi”. E per cui adesso potrebbero anche esserci delle sanzioni: “Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ma chi ha votato per il centrodestra ha fatto una scelta di perimetro, deve andarsene”, afferma Lemma. Per il momento l’unica certezza è che il Pd pugliese è nel caos per aver eletto, suo malgrado, il candidato di Forza Italia alla provincia di Taranto. Nella città dei due mari qualcuno aveva deciso che dovevano esserci le larghe intese. E larghe intese alla fine sono state, anche senza l’imprimatur del partito. (LaStampa)

L'elezione di Martino Tamburrano, sindaco di Massafra di Forza Italia, alla presidenza della Provincia di Taranto da un lato conferma le previsioni politiche della vigilia, che davano al centrodestra la guida dell'ente, ma dall'altro rischia di aprire un caso nel Pd tarantino (e di riflesso pugliese) che si è diviso sul voto. Tamburrano ha, infatti, ottenuto il 64% dei voti (pari a 277 preferenze) contro il 36% (meno di quanto previsto sulla carta) del candidato di centrosinistra, Gianfranco Lopane, del Pd, sindaco di Laterza (174 preferenze).
La Provincia di Taranto è stata una delle prime in Italia a votare in base alla riforma Delrio che trasforma queste amministrazioni in enti di secondo livello e affida l'elezione dei presidenti e dei consiglieri agli amministratori locali (sindaci e consiglieri comunali) e non più ai cittadini. I voti sono stati espressi su base ponderata, cioè ogni elettore ha un "peso" calcolato in base alla popolazione del Comune di appartenenza (il voto dei consiglieri di Taranto valeva per questo oltre mille residenti). Le 277 preferenze di Tamburrano valgono quindi 62mila voti, 35mila invece le 174 di Lopane. I 12 consiglieri eletti vanno 6 alla lista di centrodestra, 4 alla lista Pd e 2 alla seconda lista di centrosinistra. Il significativo stacco percentuale tra Tamburrano e Lopane e il fatto che Tamburrano abbia preso molti più voti di Lopane anche a Taranto, città dove il centrosinistra è maggioranza e governa il Comune, induce a pensare che il centrodestra abbia pescato molti consensi anche nello schieramento avversario e che parte del Pd abbia votato in modo disgiunto: presidenza a Tamburrano e consiglieri del centrosinistra. Nelle settimane precedenti al voto una parte del Pd di Taranto, quella che fa capo a Michele Pelillo, vicepresidente della commissione Finanze della Camera, si era, infatti, schierata per le larghe intese. La scelta era poi stata approvata anche da un voto a maggioranza della direzione provinciale ma stoppata con decisione dal segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, uno dei candidati del centrosinistra alle primarie per la presidenza della Regione Puglia. Proprio a Taranto Emiliano aveva chiesto che i consiglieri del centrosinistra votassero per il centrosinistra ma il dato elettorale consegna un esito diverso.
"Quando siamo stati eletti amministratori di centrosinistra - ha commentato Gianfranco Lopane - abbiamo ricevuto un mandato chiaro. Prendiamo atto che nel caso delle elezioni del presidente della Provincia di Taranto non è stato così e che anche l'indicazione del nostro segretario regionale è stata disattesa. Evidente che adesso nel Pd di Taranto si dovrà aprire un dibattito e individuare anche le responsabilità".
"Abbiamo privilegiato la logica dello stare insieme a fronte dei problemi del territorio e questa scelta, che mette da parte le contrapposizioni per concentrarsi, invece, sulle cose da fare, è stata premiata - ha osservato il neopresidente Martino Tamburrano - chi ha cercato la divisione non porta a casa un risultato ma la sconfitta. Pelillo ha creduto e lavorato per un'intesa larga in Provincia e il dato della lista Pd consegna un dato che lo rafforza significativamente".
(Rep)

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