martedì 25 giugno 2013

E Stefàno? Sempre col cappellino in mano!

Tutti gli impegni e le iniziative parlamentari e di governo sull’Ilva, commissariamento compreso, hanno senso se nelle decisioni finali si tiene conto anche delle indicazioni degli enti locali e, soprattutto, se c’è l’impegno a coprire i buchi nell’organico della sanità jonica, dove mancano 2.000 unità. E’ questo il senso dell’intervento pronunciato dal sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, ieri durante l’audizione dinanzi alle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera che stanno valutando il decreto legge del 4 giugno con il quale il governo ha disposto il commissariamento dell’Ilva per poter attuare il contenuto dell’Aia (Auutorizzazione integrata ambientale).

Sulla stessa linea il presidente della Regione Nichi Vendola e l’assessore regionale alla Qualità dell’aria Lorenzo Nicastro, per i quali è fondamentale che nelle decisioni vengano sentiti gli enti locali. «Abbiamo chiesto sostanzialmente due cose», ha spiegato Stefàno: «la deroga per le assunzioni all'Arpa e alla Sanità, perché se è vero che c'è un rischio sanitario maggiore abbiamo bisogno di più personale, visto che nella nostra Asl mancano 2.000 persone». «Chiunque è responsabile nella sanità ha il dovere di dare risposta immediata, garantendo che non ci siano liste di attesa per le diagnosi tumorali. Non possiamo diventare migranti per farci curare», ha spiegato. Poi ha aggiunto: «Abbiamo chiesto maggiore partecipazione degli enti locali ai processi decisionali».

Il presidente Vendola ha aggiunto che «il decreto migliorato dal Parlamento non solo aprirà un varco di luce per la città di Taranto ma credo che possa indurre a una riflessione globale sulla necessità di eco-compatibilizzare l'industria italiana». «Abbiamo offerto dei suggerimenti: Credo che nella cabina di regia il ministero dello Sviluppo economico debba agire di concerto con il ministero dell'Ambiente e quello della Salute e, rispetto ai passaggi operativi e decisionali, debbano esser sentiti gli enti locali». A proposito dei quali ha sottolineato che «sinora sono completamente esautorati mentre servono emendamenti per arrivare a decisioni collegiali». Il governatore rispetto al momento della nomina di Enrico Bondi come commissario per l’attuazione dell’Aia, quando aveva spiegato che era stata effettuata una scelta giusta, ma affindando il compito alla persona sbagliata, ieri ha preferito parlare solo della giustezza del commissatiamento: «Abbiamo ribadito il nostro giudizio estremamente positivo sul commissariamento del grande siderurgico. Un commissariamento che non interviene alla luce di un capitombolo di natura economico-finanziaria ma che interviene a partire dalla cognizione di un disastro ambientale. È la prima volta che avviene in Italia. È molto positivo». Per Vendola non sono da sottovalutare gli effetti: in particolare «la sostanziale estromissione della famiglia Riva dal governo di una fase in cui produzione industriale e ambientalizzazione sono, e devono, essere due facce della stessa medaglia».

L’assessore Nicastro ha introdotto durante l’audizione un altro elemento di criticità. «Perché i deputati presenti in commissione sappiano e siano consci di quello che potrebbe accadere se rimanessimo inascoltati, abbiamo ribadito la necessità di intervenire sui vincoli del patto di stabilità per liberare le risorse, disponibili ma non spendibili, necessarie a realizzare le prime opere di bonifica e riqualificazione la cui progettazione è ormai quasi ultimata. Anche rischiando di apparire come un disco rotto ribadiamo un concetto semplice: a Taranto non è più tempo di tergiversare, nel rispetto dei cittadini, dei lavoratori e del futuro di entrambi». Durante la riunione della Commissione Bilancio della scorsa settimana era stato l’onorevole Rocco Palese a segnalare la necessità che non vengano conteggiati ai fini del patto di stabilità gli investimenti previsti e finanziati per le bonifiche dell’area di Taranto.

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