sabato 27 aprile 2013

Sereno? Ma non era Ippazio?

Cosa vuol dire perdere la serenità?
Si dimette o continua a fare il sindaco struzzo? 
Ecco l'ultima trovata del sindaco anguilla che da sei anni sguiscia via viscidamente da tutte le questioni più importanti della città.











Ilva: Sindaco Taranto “Sereno” ma “molto amareggiato”

Chi lo ha visto ma soprattutto chi gli ha parlato nelle ultime ore lo descrive “sereno” pur se “molto amareggiato”. Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, appresa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, da parte della Procura di Taranto, nell’ambito dell’inchiesta sull’impatto ambientale dell’Ilva (“Ambiente Svenduto”), medita il da farsi.
Accusato dell’ipotesi di reato di abuso d’ufficio e di omissioni in atti d’ufficio, il sindaco – che guida una giunta di centrosinistra ed e’, da meno di un anno, al suo secondo mandato – ha prontamente affidato ad un comunicato ufficiale, diffuso da Palazzo di Cittá, la sua reazione.Ha detto di non aver ancora ricevuto alcun atto formale da parte dell’autorita’ giudiziaria, di essere pronto a fornire ai magistrati tutti i chiarimenti che vorranno, ha sottolineato di essere con la “coscienza tranquilla” e di aver lavorato in questi sei anni da sindaco “per gli interessi di Taranto”, ma, dopo aver affermato tutto questo, non ha escluso le sue dimissioni.
Anzi, il sindaco ha fatto intendere che ci saranno non appena da Palazzo di Giustizia gli verra’ formalmente notificata la sua iscrizione nel registro degli indagati. Stefano, a questo punto, ne fa una questione personale e afferma che la sola iscrizione tra gli indagati, che certo non significa attestazione di colpevolezza ma e’ finalizzata a garantire la difesa della persona chiamata in causa, gli toglierebbe quella serenita’ d’animo che lui invece reputa fondamentale per svolgere la funzione di sindaco di una cittá “complessa e assediata da problemi drammatici come Taranto”.
Ha detto di non aver ancora ricevuto alcun atto formale da parte dell’autorita’ giudiziaria, di essere pronto a fornire ai magistrati tutti i chiarimenti che vorranno, ha sottolineato di essere con la “coscienza tranquilla” e di aver lavorato in questi sei anni da sindaco “per gli interessi di Taranto”, ma, dopo aver affermato tutto questo, non ha escluso le sue dimissioni. Anzi, il sindaco ha fatto intendere che ci saranno non appena da Palazzo di Giustizia gli verra’ formalmente notificata la sua iscrizione nel registro degli indagati. Stefano, a questo punto, ne fa una questione personale e afferma che la sola iscrizione tra gli indagati, che certo non significa attestazione di colpevolezza ma e’ finalizzata a garantire la difesa della persona chiamata in causa, gli toglierebbe quella serenita’ d’animo che lui invece reputa fondamentale per svolgere la funzione di sindaco di una cittá “complessa e assediata da problemi drammatici come Taranto”.
In questo fine settimana, a cavallo tra le festivita’ della Liberazione e dell’1 Maggio, non dovrebbe accadere nulla, ma non si puo’ nemmeno escludere che il sindaco, nei prossimi giorni, formalizzi quella tentazione alle dimissioni che oggi ha solo prospettato cvome possibilita’.
Fanno intanto quadrato attorno a lui gli alleati. Il Pd si dice fiducioso delle indagini della Magistratura mentre il gruppo Sds, che sta per Sinistra democratica per Stefano, manifesta sostegno al sindaco, evidenzia che la sua iscrizione nel registro degli indagati non e’ certo dovuta ai gravi reati di disastro ambientale e che puo’ accadere che un pubblico amministratore possa essere indagato di abuso di ufficio proprio per la complessita’ e la particolarita’ degli atti che e’ chiamato a svolgere. Sds, inoltre, si dichiara convinto che il sindaco fornira’ all’autorita’ giudiziaria ogni elemento di prova circa la sua non colpevolezza.
Ma se gli alleati solidarizzano sul sindaco, sulla rete, attraverso i social network, in molti, soprattutto coloro che sono vicini ai movimenti ambientalisti, attaccano Stefano e ne chiedono le dimissioni. Non e’ la prima volta che per l’Ilva il sindaco finisce nel mirino degli ambientalisti. In passato e’ stato accusato di non essersi opposto all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’Ilva dal ministero lo scorso 26 ottobre, ritenuta dagli ambientalisti blanda e inefficace, mentre nelle scorse settimane e’ stato accusato di aver ostacolato il referendum consultivo cittadino pro o contro la chiusura parziale o totale dell’Ilva – referendum svoltosi il 14 aprile e che non ha raggiunto il quorum -.
A Stefano, in particolare, e’ stato contestato l’aver dimezzato il numero dei seggi (ma il Comune, che per il referendum ha speso 400mila euro, ha addotto ragioni di costo economico) e il non aver assunto una posizione chiara. Stefano infatti ha invitato al voto, lui stesso si e’ recato alle urne, ma non ha dato alcuna indicazione di voto. Fra l’altro, proprio il referendum sull’Ilva e’ stato oggetto, negli anni scorsi, di una telefonata fra lo stesso sindaco e l’ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archina’, arrestato a novembre e tutt’ora in carcere per un episodio di corruzione contestatogli nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”. In quella telefonata, intercettata e trascritta dalla Guardia di Finanza nei fascicoli dell’indagine, Archiná cerca di fare pressioni sul sindaco per rinviare nel tempo lo svolgimento della consultazione popolare.
La notizia dell’iscrizione del sindaco Stefano nel registro degli indagati ha ovviamente messo a rumore gli ambienti politici locali. C’e’ chi si attende altri coinvolgimenti “eccellenti” con altri nomi della politica e della pubblica amministrazione. E d’altra parte sinora dall’inchiesta e’ piu’ volte emerso come l’Ilva e i Riva (Emilio e Nicola agli arresti domiciliari e Fabio sottoposto a procedura di estradizione dall’Inghilterra in Italia perche’ destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere) negli anni passati abbiano usato ogni mezzo per fare pressioni sul ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia e gli enti locali di Taranto per evitare provvedimenti severi verso l’azienda siderurgica in materia ambientale. Un capitolo ampio, quello delle presunte coperture e complicita’ di cui i Riva avrebbero beneficiato, rispetto al quale l’inchiesta giudiziaria, come dimostrano gli sviluppi delle ultime ore, e’ ancora lontana dal concludersi. (Paesenuovo)

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