sabato 4 agosto 2012

Ecco perchè Il Manifesto ormai può anche fallire!

Le immagini che abbiamo riportato nei post precedenti parlano di tutt'altra realtà rispetto a quella descritta anche dal Manifesto.
E' incredibile come anche questa testata si sia allineata alla stessa comununicazione del TG5 (strana similitudine): una linea che si ispira a mantenere lo status quo di chi realmente governa Taranto.
Così come le etichette che si voglioni affibbiare a un comitato formato da cittadini e lavoratori (e non dai cobas e dai centri sociali come i media vogliono far intendere).
Cittadini insieme ad Operai che per la prima volta dopo 50 anni di vergognosa gestione, hanno alzato la testa dopo aver preso coscienza del testo del GIP Todisco che non lascia interpretazioni di sorta.
Per la cronaca, le parole della Camusso riportate dal manifesto.

Susanna Camusso fuoriosa: "Sono contro gli operai"
Non le ha sentite nessuno se non la piazza ormai svuotata dove erano più forti i fischi che altro.

Giornate storiche per Taranto che anche le testate nazionali che si proclamano più critiche e vicine alla gente non hanno saputo descrivere. (G. Via)



da IlManifesto.it
Gli operai che non stanno dalla parte del padrone. Tensioni al corteo dei sindacati ma la manifestazione riparte.
Dall'assemblea che ha visto riuniti i 5mila lavoratori dell'area a caldo, quella dei sei impianti sequestrati per il loro devastante inquinamento, è uscita riconfermata la «linea dell'equilibrio». Ad alcuni operai intervenuti per dire in sostanza che il lavoro arriva prima di tutto, se ne sono contrapposti altri che hanno indicato con precisione le responsabilità dell'emergenza. Lo hanno anche scritto in un volantino distribuito neai cancelli della fabbrica e per le strade di Taranto: «Non vogliamo pagare sempre per le responsabilità dei soliti. Per le reali colpe di una classe politica superficiale, a conoscenza delle problematiche che da 50 anni affliggono Taranto e i suoi lavoratori, che ha atteso passivamente che si arrivasse al 26 luglio. Per le reali colpe di uno Stato che gestisce lo stabilimento per 36 anni, poi regalandolo e sollevandosi da ogni responsabilità sui veleni prodotti fino ad allora. Per le reali colpe del signor Riva, che ha gestito la propria azienda con la logica del profitto ad ogni costo e della persecuzione in fabbrica. Per le reali colpe del sindacato, sempre più vicino al padrone, che si è allontanato dai lavoratori».[continua]

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