giovedì 13 novembre 2008

Lettera al Ministro

Al Ministro dell'Ambiente
Gentile Ministro Stefania Prestigiacomo,
non comprendiamo l'allarme generato dalla legge regionale che la Regione Puglia si appresta a varare per limitare le emissioni di diossina. Essa prevede nient'altro che l'applicazione degli obiettivi europei fissati con il Protocollo di Aarhus recepito con legge 125/2006. Essa prevede inoltre che le emissioni di diossina a Taranto rimangano sotto il limite in vigore già da tempo in Friuli Venezia Giulia. Se l'eguaglianza garantita dall'articolo 3 della Costituzione ha un senso, questo diritto deve valere anche per la Puglia e per Taranto, i cui cittadini dovrebbero quindi godere di pari dignità e pari diritti.
Ci indigna il fatto che che si sollevi un polverone di polemiche politiche sui limiti alla diossina quando invece dovrebbe preoccupare la situazione alimentare e sanitaria a Taranto, a cui la legge regionale cerca di dare una prima e significativa risposta.
MA ARRIVIAMO A QUELLO CHE CI PREME COMUNICARE: ECCO TECNOLOGIE E TEMPI PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DELLA RIDUZIONE DELLA DIOSSINA FISSATA DAL PROTOCOLLO DI AARHUS.
Inviamo a Lei a agli organi di stampa la scheda tecnica di un tipo di tecnologia che in 16 mesi può ridurre la diossina del 97%. Se fin da subito il gruppo Riva decidesse di ordinarla, sarebbero ampiamente rispettati sia i limiti della legge regionale sia la scadenza ultima che essa prevede.
Vi sono anche altre tecnologie disponibili ma le inviamo questa scheda tecnica per facilitare un ragionamento oggettivo e basato sui benefici derivanti dalle migliori tecnologie disponibili. La nostra è quindi una proposta di ragionamento su dati oggettivi e realistici.
Legga la tempistica della scheda tecnica allegata. Legga il dato della riduzione dei PCDD/PCDF (che sono le diossine e i furani). Lei conoscerà l'inglese e le sarà quindi agevole comprendere a colpo d'occhio che ogni allarme suscitato dalla legge è completamente infondato.
Le emissioni di diossina con tecnologie simili a quella che le inviamo in allegato sarebbero ridotte a 0,1 nanogrammi a metro cubo, contro i circa 7 nanogrammi a metro cubo emessi attualmente dall'Ilva. Cosa prevede la legge regionale? Prevede un limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo.
La legge regionale prevederebbe questo traguardo entro la fine del dicembre 2010. La tecnologia di cui parliamo si può montare e far funzionare entro la fine del marzo 2010. Del resto l'Ilva, come aveva comunicato alla Regione Puglia, ha già inviato propri tecnici a prendere visione di tecnologie simili a quelle che le inviamo in allegato. Il problema è solo di volontà politica essendo i costi ampiamente ammortizzabili: del resto non si vede perché se ne debbano far carico le acciaierie nel resto d'Europa e non anche quella di Taranto.
Non è quindi vero che chiuderebbe l'Ilva se venisse applicata la legge. Anzi, aumenterebbe il personale occupato per via di questo nuovo impianto da realizzare e gestire.
Anche l'obiettivo di rimanere sotto il limite di 2,5 nanogrammi a metro cubo non è utopistico. Anzi: è già stato raggiunto dall'Ilva nel giugno 2008. E' stato sbandierato ai quattro venti. E ora che si chiede di renderlo continuativo perché diviene un problema?
La sperimentazione di aggiunta di urea nel giugno 2008 può essere resa stabile in poco tempo con un apposito impianto la cui realizzazione occuperebbe mano d'opera attualmente parcheggiata in cassa integrazione.
Non comprendiamo quindi perché fissare questo obiettivo per il 1° aprile 2009 sia così drammatico: cinque mesi di tempo sono più che sufficienti per raggiungere e stabilizzare un obiettivo del resto già raggiunto nel giugno 2008!
Gentile Ministro, PeaceLink (assieme ad AIL Taranto e Comitato per Taranto) le aveva scritto lo scorso 31 ottobre per invitarla a "gareggiare" con il presidente Vendola nella riduzione della diossina. Avevamo scritto a lei e a Vendola: "Vi invitiamo a competere non nel lanciarvi accuse ma nella soluzione del problema. Vi diciamo questo: chi risolverà il problema diossina a Taranto acquisirà un merito indiscusso e lascerà una traccia duratura".
E' questa la sfida che le lanciamo perché i cittadini di Taranto sono ormai al limite della sopportazione. Spero che lei saprà raccoglierla in quanto la salute non è di destra o di sinistra: a Taranto si ammalano per diossina anche persone che votano per lei.
In attesa di una sua cortese risposta, le inviamo i nostri più cordiali saluti

Prof. Alessandro Marescotti, Presidente
Ing. Biagio De Marzo, portavoce PeaceLink - nodo di Taranto

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